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28 GENNAIO 2022

INTRODUZIONE

La pace è un dono che viene dall’alto ed è in grado di trasformarsi in frutto, nel momento in cui l’accogliamo e scegliamo di compiere azioni concrete per costruirla. Come edificare una pace duratura oggi? Nel Messaggio per la Giornata della Pace di quest’anno, il Papa individua tre contesti estremamente attuali su cui riflettere e agire. Innanzitutto, il DIALOGO TRA LE GENERAZIONI, quale base per le realizzazioni di progetti condivisi. In secondo luogo, l’EDUCAZIONE, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo. Infine, il LAVORO per una piena realizzazione della dignità umana. Ci disponiamo a vivere con apertura questa veglia di preghiera, chiedendo al Signore la grazia di poter essere costruttori di pace.

CANTO: TE AL CENTRO DEL MIO CUORE

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

PRIMO MOMENTO: DIALOGO TRA LE GENERAZIONI

DAL LIBRO DI RUT (1, 8. 16-19) Noemi disse alle due nuore: «Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi, come voi avete fatto con quelli che sono morti e con me! Ma Rut rispose: «Non insistere con me perché ti abbandoni e torni indietro senza di te; perché dove andrai tu andrò anch’io; dove ti fermerai mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch’io e vi sarò sepolta. Il Signore mi punisca come vuole, se altra cosa che la morte mi separerà da te». Quando Noemi la vide così decisa ad accompagnarla, cessò di insistere. Così fecero il viaggio insieme fino a Betlemme.

DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2022 Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa. Mentre lo sviluppo tecnologico ed economico ha spesso diviso le generazioni, le crisi contemporanee rivelano l’urgenza della loro alleanza. Da un lato, i giovani hanno bisogno dell’esperienza esistenziale, sapienziale e spirituale degli anziani; dall’altro, gli anziani necessitano del sostegno, dell’affetto, della creatività e del dinamismo dei giovani. Le grandi sfide sociali e i processi di pacificazione non possono fare a meno del dialogo tra i custodi della memoria – gli anziani – e quelli che portano avanti la storia – i giovani.

TESTIMONIANZA

San Giovanni Paolo II diceva che “la pace può essere soltanto frutto di un cambiamento spirituale, che inizia nel cuore di ogni essere umano e che si diffonde attraverso le comunità. La prima di queste comunità è la famiglia”. Infatti, secondo Don Tonino Bello, “la famiglia è il primo laboratorio in cui si educa al rispetto della diversità, e, quindi, alla lettura delle diversità”. È per questo che abbiamo voluto mettere a confronto una nonna e una nipote della nostra comunità parrocchiale per riflettere su come il divario generazionale può essere in realtà un’occasione di crescita e di arricchimento reciproco.

GESTO

Portiamo all’altare delle radici, simbolo del nostro essere radicati nella storia e in tutti coloro che ci hanno preceduti. Siamo consapevoli che, come diceva Bernardo di Chartres, “siamo nani sulle spalle di giganti” e desideriamo esprimere la nostra gratitudine verso le generazioni che ci hanno preceduto e metterci in dialogo con queste ultime e con i nostri posteri.

CANTO: LA VERA GIOIA

INVOCAZIONI: Il dialogo scioglie i nodi, dissipa i sospetti, apre le porte, risolve i conflitti, fa crescere la persona. È vincolo di unità e fonte di fratellanza. Diciamo assieme: Signore, donaci l’umiltà necessaria per porci in dialogo.

L. Quando ci radichiamo nelle nostre convinzioni e non ci sforziamo di comprendere le ragioni altrui

T. Signore, donaci l’umiltà necessaria per porci in dialogo

L. Quando la critica prevale sulla benedizione e non siamo in grado di cogliere il buono che c’è nell’altro

T. Signore, donaci l’umiltà necessaria per porci in dialogo

L. Quando usiamo i beni della Terra senza considerare gli effetti che si riverseranno sulle generazioni future

T. Signore, donaci l’umiltà necessaria per porci in dialogo

SECONDO MOMENTO: EDUCAZIONE

DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI (8, 30-31. 35. 39b) Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. 

DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2022 Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l’istruzione e l’educazione, considerate spese piuttosto che investimenti. Eppure, esse costituiscono i vettori primari di uno sviluppo umano integrale: rendono la persona più libera e responsabile e sono indispensabili per la difesa e la promozione della pace. In altri termini, istruzione ed educazione sono le fondamenta di una società coesa, civile, in grado di generare speranza, ricchezza e progresso. Auspico che all’investimento sull’educazione si accompagni un più consistente impegno per promuovere la cultura della cura. Essa, di fronte alle fratture della società e all’inerzia delle istituzioni, può diventare il linguaggio comune che abbatte le barriere e costruisce ponti.

DAGLI SCRITTI DI MARIA MONTESSORI: La pace deve diventare una scienza, così come c’è stata e c’è una scienza della guerra. Tale scienza della pace è la scienza dell’educazione. Educazione, dunque, uguale a Pace.

TESTIMONIANZA

Di seguito trovate il file della lettera scritta da suor Magdalena, maestra e missionaria comboniana in Kenya la quale ci spiega come l’accesso ad un’istruzione di qualità è un privilegio di pochi.

GESTO

Non basta trarre nutrimento attraverso le radici, occorre anche canalizzare quanto ricevuto e dargli forma. Portiamo dunque all’altare un tronco, simbolo dell’educazione che ci fortifica e ci rende uomini e donne integri e retti.

CANTO: SEMINA LA PACE

INVOCAZIONI: Gesù è modello per eccellenza del vero maestro, capace di liberare l’uomo da ogni schiavitù e promuovere le sue potenzialità. Ci rivolgiamo a Lui dicendo: Maestro, ascolta la nostra preghiera.

L. Per tutti i bambini a cui è negato il diritto allo studio affinché i governi possano dare una risposta concreta a questa grave mancanza.

T. Maestro, ascolta la nostra preghiera

L. Per i bambini nati in contesti privi di amore, affinché possano trovare qualcuno che li ami e che creda in loro.

T. Maestro, ascolta la nostra preghiera

L.Per noi adulti, affinché, illuminati dalla tua sapienza, possiamo educare alla pace e alla cura.

T. Maestro, ascolta la nostra preghiera.

TERZO MOMENTO: LAVORO

DAL LIBRO DELL’ESODO (35, 35) Li ha riempiti di saggezza per compiere ogni genere di lavoro d’intagliatore, di disegnatore, di ricamatore in porpora viola, in porpora rossa, in scarlatto e in bisso, e di tessitore: capaci di realizzare ogni sorta di lavoro e di ideare progetti.

DAL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2022 Il lavoro è un fattore indispensabile per costruire e preservare la pace. Esso è espressione di sé e dei propri doni, ma anche impegno, fatica, collaborazione con altri, perché si lavora sempre con o per qualcuno. In questa prospettiva marcatamente sociale, il lavoro è il luogo dove impariamo a dare il nostro contributo per un mondo più vivibile e bello. Il lavoro infatti è la base su cui costruire la giustizia e la solidarietà in ogni comunità.

RIFLESSIONE DI DON LUIGI CIOTTI: Lavoro significa dignità; le ingiustizie hanno tanti volti ma uno dei più inaccettabili, io credo, è la perdita o la degradazione del lavoro. Il lavoro è un ingrediente fondamentale della libertà e della dignità umana, e dignità significa riconoscimento della persona come parte attiva di una comunità, perché ogni persona può e deve essere l’artefice del bene comune. Ci vuole più corresponsabilità, diciamo pure che ci vuole l’etica del bene comune. Non dobbiamo lasciare soli gli imprenditori, che si sono messi in gioco per dare dignità e lavoro alle persone, e non possiamo lasciare soli nella solitudine quelli che hanno perso lavoro e cercano il lavoro. Non dobbiamo lasciare soli i giovani che vivono in questo momento, momento di grande fragilità e di grande smarrimento. Una società deve scommettere in questa direzione perché è il “noi” che vince.

TESTIMONIANZA

Di seguito trovate il file con la foto di Chiara della cooperativa “Il Sicomoro”. Ci ha spiegato in che modo, secondo la sua esperienza, promuovere il lavoro significa costruire la pace.

GESTO

Aggiungiamo al nostro albero la chioma con i suoi frutti per rimarcare il fatto che il lavoro è uno dei canali principali attraverso cui possiamo essere produttivi e portare frutto all’interno della società.

CANTO: SERVO PER AMORE

INVOCAZIONI: Gesù, pur essendo il Re dell’Universo, ha voluto assoggettarsi alla legge del lavoro, guadagnandosi il pane col sudore della sua fronte. Ci rivolgiamo a Lui dicendo: O divino operaio di Nazareth, ascoltaci.

L. Per tutti i lavoratori affinché possano svolgere il proprio lavoro con onestà e responsabilità, vivendolo come occasione di santificazione.

T. O divino operaio di Nazareth, ascoltaci.

L. Per tutti coloro che non hanno lavoro affinché non perdano la speranza e trovino quanto prima l’occasione propizia per mettere a servizio della società i propri talenti.

T. O divino operaio di Nazareth, ascoltaci.

L. Per i governanti e gli imprenditori affinché le loro scelte siano volte alla promozione umana e alla costruzione del bene comune.

T. O divino operaio di Nazareth, ascoltaci.

L’unione dei tre momenti che abbiamo vissuto, ci ha permesso di formare un albero. Nel nostro immaginario, l’albero dell’ulivo è da sempre simbolo della pace infatti in diversi luoghi legati a persone che si sono distinte per il loro impegno a favore della pace, sono stati piantati degli alberi di ulivo. Basti pensare, ad esempio, all’albero della pace in Via D’Amelio, a Palermo, o a quello che troviamo vicino alla tomba di don Tonino Bello. Cosa sarebbe la nostra vita senza gli alberi? Cosa sarebbe la nostra vita senza la pace? Contempliamo gli alberi per imparare da loro la mitezza, la perseveranza e la resilienza.

PADRE NOSTRO/AVE MARIA

CANTO FINALE: SHALOM

Infine di seguito trovate la foto del pensiero che lasciamo a tutti coloro che hanno preso parte alla veglia. Rappresenta l’albero della pace, con l’augurio di fare della propria casa un luogo di pace.