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VEGLIA DI PREGHIERA “LA GRAZIA DI DIO IN ME NON È STATA VANA”

 3 FEBBRAIO 2024 – PARROCCHIA “SAN GIACOMO”

Introduzione:

La veglia di questa sera prende il nome dal motto che don Biagio ha scelto per il suo ministero episcopale “La Grazia di Dio in me non è stata vana” (1Cor 15,10). La grazia, che ci viene donata in modo gratuito in ogni momento della nostra vita, è in grado di trasformarci realmente nella misura in cui ci apriamo ad essa, la riconosciamo e la lasciamo agire in noi. Questa sera, guidati dalla simbologia dello stemma episcopale di don Biagio e sotto la protezione di san Biagio la cui reliquia è posta accanto allo stemma, desideriamo ricostruire questa storia di grazia e di salvezza.

Caro don Biagio, questa veglia è il nostro regalo per te. Ci sono momenti in cui diventa necessario ripercorrere le tappe fondamentali della nostra vita per riscoprire in ognuna di esse la presenza costante del Signore, che mai ci abbandona. Speriamo che queste riflessioni possano aiutarti a farlo.

Ad una settimana dalla tua ordinazione episcopale, ci perdonerai se continuiamo a chiamarti don Biagio. Dietro l’appellativo “don” non si nasconde solo una relazione di profondo affetto e stima ma anche l’augurio di poter continuare ad instaurare relazioni fraterne con quanti incontrerai nel tuo cammino, affinché tu possa essere “un pastore con l’odore delle pecore”.

Ci disponiamo a vivere questo momento di preghiera invocando lo Spirito Santo con il canto iniziale.

Canto: INVOCHIAMO LA TUA PRESENZA

Saluto del celebrante

Celebrante. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti. Amen.

Celebrante. Il Dio della speranza che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.

Tutti. E con il tuo spirito.

1° MOMENTO: GRAZIA CHE SANTIFICA

Dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Romani (8,15.26-31)

Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!». 

Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

 Dall’UDIENZA GENERALE di Papa Francesco, 9 maggio 2018

Incorporati a Cristo per mezzo del Battesimo, i battezzati vengono dunque conformati a Lui, «il primogenito di molti fratelli» (Rm 8,29). Mediante l’azione dello Spirito Santo, il Battesimo purifica, santifica, giustifica, per formare in Cristo, di molti, un solo corpo. (…) Animato dall’unico Spirito, infatti, l’intero Popolo di Dio partecipa delle funzioni di Gesù Cristo, “Sacerdote, Re e Profeta”, e porta le responsabilità di missione e servizio che ne derivano. Cosa significa partecipare del sacerdozio regale e profetico di Cristo? Significa fare di sé un’offerta gradita a Dio, rendendogli testimonianza per mezzo di una vita di fede e di carità, ponendola al servizio degli altri, sull’esempio del Signore Gesù.

Preghiera: recitiamo questa preghiera di Madeleine Delbrêl a due cori. Iniziano coloro che sono seduti a sinistra dell’altare.

O Spirito santo, se Tu

non ci plasmi interiormente

e non ricorriamo spesso a Te,

può darsi che camminiamo

al passo di Gesù Cristo,

ma non con il suo cuore.

Tu solo ci rendi conformi,

nell’intimo, al Vangelo di Gesù,

e ci rendi capaci

di annunciarlo con la vita.

Prendi possesso della nostra vita

per agire in essa liberamente.

Penetra la scorza che ancora

sfugge al tuo dominio.

Fa’ decantare i nostri pensieri

da ciò che in essi è meno limpido;

passa al vaglio in anticipo

le nostre parole e condiscile

con il tuo sale e il tuo olio;

plasma in noi un cuore nuovo,

appassionato, che contagia l’amore.

Aiutaci a consegnarti

tutte le azioni della giornata

per lasciarle trasformare da Te:

allora, in ciascuna di esse,

sarà riconoscibile il tuo sapore,

il balsamo del tuo amore.

Madeleine Delbrêl

Gesto

Per mezzo del Battesimo diventiamo partecipi del sacerdozio di Cristo. A partire dal giorno della Pentecoste, la Chiesa ha celebrato e amministrato il santo Battesimo (At 2,28). Ed è stato proprio nel giorno di Pentecoste del 9 giugno del 1957 che don Biagio ha ricevuto il dono del Battesimo. Il 9 giugno di ventisette anni dopo, sempre nel giorno di Pentecoste, don Biagio è stato ordinato sacerdote. Questa Dio-incidenza rimarca l’intreccio che vi è tra il suo sacerdozio comune e quello ministeriale nonché il ruolo fondamentale che lo Spirito Santo ha rivestito in entrambi i casi nella partecipazione all’unico sacerdozio di Cristo.

Apponiamo all’interno dello stemma episcopale, la CONCHIGLIA, simbolo delle due Parrocchie di cui don Biagio è stato parroco: San Giovanni Battista in Ferrandina e San Giacomo in Matera.

Canto: SPIRITO DI DIO

Invocazioni

Lo Spirito ci santifica e ci rende capaci di vivere la missione che ci è affidata all’interno della Chiesa. Diciamo insieme: Spirito Santo ricolma don Biagio dei tuoi santi doni.

L. Quando la fedeltà al Vangelo richiede coerenza e il coraggio di andare controcorrente

T. Spirito Santo ricolma don Biagio dei tuoi santi doni.

L. Di fronte alle piccole e grandi scelte del suo ministero episcopale

T. Spirito Santo ricolma don Biagio dei tuoi santi doni.

L. Nei momenti di prova e di difficoltà

T. Spirito Santo ricolma don Biagio dei tuoi santi doni.

2° MOMENTO: GRAZIA CHE FORTIFICA

Dalla seconda lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi (4, 7-10.13-14)

Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.

Dall’udienza Generale di Papa Benedetto XVI, 30 maggio 2012

Nel rapporto fedele con il Signore, nella preghiera costante, quotidiana, possiamo anche noi, concretamente, sentire la consolazione che viene da Dio. E questo rafforza la nostra fede, perché ci fa sperimentare in modo concreto il «sì» di Dio all’uomo, a noi, a me, in Cristo; fa sentire la fedeltà del suo amore, che giunge fino al dono del suo Figlio sulla Croce. E perché questo «sì» si rinnovi ogni giorno «ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori» (2Cor 1,21b-22). (…) Nella nostra preghiera siamo chiamati a dire «sì» a Dio, a rispondere con questo «amen» dell’adesione, della fedeltà a Lui di tutta la nostra vita. Questa fedeltà non la possiamo mai conquistare con le nostre forze, non è solo frutto del nostro impegno quotidiano; essa viene da Dio ed è fondata sul «sì» di Cristo.

Salmo 121 (120)

Recitiamo il salmo 121 a due cori. Il lettore leggerà la prima parte, l’assemblea la seconda

Alzo gli occhi verso i monti:

da dove mi verrà l’aiuto?

Il mio aiuto viene dal Signore,

che ha fatto cielo e terra.

Ass. Non lascerà vacillare il tuo piede,

non si addormenterà il tuo custode.

Non si addormenterà, non prenderà sonno,

il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode,

il Signore è come ombra che ti copre,

e sta alla tua destra.

Di giorno non ti colpirà il sole,

né la luna di notte.

Il Signore ti proteggerà da ogni male,

egli proteggerà la tua vita.

Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri,

da ora e per sempre.

Gesto

Apponiamo ora all’interno dello stemma episcopale il PETTINE con cui si cardava la lana che fu utilizzato come strumento di tortura ai danni di San Biagio.

Canto: INCONTRARE TE

Invocazioni

Il vescovo ha bisogno della grazia di fortezza, “la grazia di guidare e di difendere con forza e prudenza la sua Chiesa come un padre e un pastore (…) senza temere di dare la vita per le sue pecore” (CCC, n. 1586). Questa virtù è stata pienamente vissuta da S. Biagio. Chiediamo dunque la sua intercessione dicendo insieme: Per l’intercessione di San Biagio, ascoltaci Signore.


L. Affinché don Biagio possa sentirsi sempre sostenuto dall’amore del Padre che ripete incessantemente “Io sarò con te perché sei prezioso ai miei occhi”.

T. Per l’intercessione di San Biagio, ascoltaci Signore.

L. Che la certezza di questo amore infinito renda più sicuro il suo passo e fedele il suo agire.

T. Per l’intercessione di San Biagio, ascoltaci Signore.

L. Che possa collaborare alla venuta del tuo Regno di pace e giustizia denunciando ogni forma di oppressione e facendosi portavoce di coloro che non hanno voce

T. Per l’intercessione di San Biagio, ascoltaci Signore.

3° MOMENTO: GRAZIA CHE VIVIFICA

DON NICOLA: Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (15, 9-10)

Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana; anzi ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.

Dalla meditazione mattutina di Papa Francesco del 15 giugno 2015

La grazia di Dio non bisogna «accoglierla invano ma accoglierla bene, col cuore aperto. (…) In ogni tempo il Signore ci ridà la grazia, ci ridà questo gesto, questo dono: il dono che è gratuito. (..)

Noi dobbiamo essere attenti per capire il tempo di Dio, quando Dio passa per il nostro cuore.

Il Signore passa e ci dà il dono. Ma è importante custodire il cuore per essere attenti a questo dono di Dio.

Visione VIDEO:  Il Signore ci dona continuamente la sua grazia. Riconoscerla ci consente di accoglierla davvero e potenziarla. Quando ciò avviene, la nostra vita diventa piena e sgorgano dal nostro cuore parole di lode e gratitudine. Questa sera, vogliamo ringraziare il Signore per le meraviglie che ha compiuto nella vita di don Biagio e per mezzo della stessa. Lo facciamo guardando questo video che sarà accompagnato dalle parole di padre Ermes Ronchi.

Gesto

Apponiamo all’interno dello stemma episcopale il disegno delle tre SPIGHE DI GRANO, simbolo della nostra terra e di tutto ciò che ha permesso a don Biagio di maturare, portare frutto ed essere la persona che è oggi.

Canto: BENEDICI IL SIGNORE ANIMA MIA

Invocazioni

Nella concezione ebraica del tempo, il passato si trova davanti a noi, il futuro alle nostre spalle. Guardando il passato e riconoscendo in esso le opere compiute dal Signore, è possibile camminare con fiducia verso il futuro. Diciamo insieme: Ti rendiamo grazie, Signore.

L. Per tutte le persone che hai posto nel cammino di don Biagio e di cui ti sei servito per amarlo, prenderti cura di lui e condurlo a Te

T. Ti rendiamo grazie, Signore.

L. Per i poveri, i piccoli e gli ultimi attraverso cui ti sei manifestato per allenare il suo cuore all’amore

T. Ti rendiamo grazie, Signore.

L. Per essere stato fedele alle tue promesse e non avergli mai fatto mancare il tuo aiuto

T. Ti rendiamo grazie, Signore.

4° MOMENTO: GRAZIA CHE INVIA

Dal Vangelo secondo Giovanni (21,15-19)

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami? e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».

Dal discorso di Papa Francesco al Movimento di Comunione e Liberazione, 7 marzo 2015

Dopo la Risurrezione, Gesù chiede a Pietro: «Mi ami?» (Gv 21,15), e Pietro risponde: «Sì»; quel sì non era l’esito di una forza di volontà, non veniva solo dalla decisione dell’uomo Simone: veniva prima ancora dalla Grazia, era quel “primerear”, quel precedere della Grazia. Questa fu la scoperta decisiva per san Paolo, per sant’Agostino, e tanti altri santi: Gesù Cristo sempre è primo, ci primerea, ci aspetta, Gesù Cristo ci precede sempre; e quando noi arriviamo, Lui stava già aspettando.

Preghiera

Signore, come l’apostolo Pietro,

noi tutti abbiamo avvertito,

nel segreto della nostra vita,

l’appello a lasciare le sponde tranquille

per andare al largo,

a lasciare le reti di un mestiere umano

per essere pescatori di uomini;

attraverso la Chiesa tu ci hai chiamati,

consacrati, unti del tuo Spirito,

e mandati dinanzi a te

per agire in tuo nome,

al servizio di tutti i membri del popolo di Dio,

affinché essi ricevano sempre più

il tuo messaggio e la tua vita divina;

fa’ che dimoriamo incessantemente

nell’azione di grazia

e attenti a conformare tutta la nostra vita

alla santità di questo ministero,

tu che vivi col Padre e lo Spirito Santo,

nei secoli dei secoli. Amen

S. Giovanni Paolo II

Gesto

Apponiamo all’interno dello stemma episcopale una TORRE, simbolo di Campobasso e della nuova missione che il Signore ha affidato a don Biagio.

Canto: SULLA TUA PAROLA

Invocazioni

La missione ha il suo fondamento nell’amore. Pietro, che aveva rinnegato Gesù per paura, adesso dice il suo sì al Signore rispondendo per tre volte alla domanda “Mi ami tu?”.Più che rispondere alla domanda, corrisponde all’amore del Maestro di cui ha fatto esperienza.È questo amore che ci precede, la grazia che ci invia. L’amore, infatti, è l’unica forza capace di rendere vane le paure e le infedeltà che da esse derivano. Ci rivolgiamo a Gesù dicendo: La Tua grazia, Signore, sia sorgente del suo amore.

L. Affinché don Biagio possa pascere le tue pecore con carità e dedizione

T. La Tua grazia, Signore, sia sorgente del suo amore.

L. Affinché denunci con forza il peccato mantenendo uno spirito di misericordia verso i peccatori

T. La Tua grazia, Signore, sia sorgente del suo amore.

L. Affinché possa farsi tutto per tutti per non perdere nessuno di coloro che Tu gli affiderai.

T. La Tua grazia, Signore, sia sorgente del suo amore.

5° MOMENTO: GRAZIA CHE ACCOMPAGNA

Dal Vangelo secondo Giovanni (19,25-27)
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.  Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Dall’Udienza Generale di San Giovanni Paolo II del 7 maggio 1997

Le parole “Ecco la tua madre!” esprimono l’intenzione di Gesù di suscitare nei discepoli un atteggiamento di amore e fiducia verso Maria, conducendoli a riconoscere in Lei la loro madre, la madre di ogni credente.

Alla scuola della Vergine i discepoli imparano, come Giovanni, a conoscere profondamente il Signore e a realizzare un intimo e perseverante rapporto d’amore con Lui. Scoprono, altresì, la gioia di affidarsi all’amore materno della Madre, vivendo come figli affettuosi e docili.

Possa ogni cristiano, sull’esempio dal discepolo prediletto, “prendere Maria nella sua casa”, farle spazio nella propria esistenza quotidiana, riconoscendone il ruolo provvidenziale nel cammino della salvezza.

Preghiera: recitiamo insieme questa preghiera di affidamento a Maria

Vergine Immacolata, Madre di Dio e dell’umanità,

ti accolgo come dono di Gesù dalla croce

e mi affido interamente a Te.

Ti offro tutta la mia vita, quello che sono, che amo e che ho,

perché risplenda in me la bellezza di Cristo.

Aiutami ad essere docile allo Spirito

e a vivere con gioia la mia vocazione nella Chiesa,

per collaborare alla tua missione materna

e orientare a Dio il cuore di ogni uomo.

Insegnami ad essere testimone del Vangelo

e a fare della mia vita un dono.

Ti affido le persone che incontrerò

e ti offro il lavoro, le gioie e le sofferenze di questo giorno. Amen.

Gesto

Apponiamo all’interno dello stemma episcopale tre stelle, simbolo della Vergine di Lourdes, della Madonna della Bruna e della Madonna della Libera.

Canto: LA VOCE DI MARIA

Invocazioni

Nella desolazione del Calvario, Gesù ha affidato a Te, Maria, la Chiesa nascente e tutti noi, suoi discepoli amati. Con il tuo sguardo attento di Madre, continui ad accompagnarci e non dimentichi nessuno. A Te affidiamo il nostro caro don Biagio. Diciamo assieme: Piena di grazia, fagli sentire il tuo amore di Madre.

L. Quando la stanchezza e lo sconforto prendono il sopravvento

T. Piena di grazia, fagli sentire il tuo amore di Madre.

L. Quando la solitudine del Calvario si fa aspra

T. Piena di grazia, fagli sentire il tuo amore di Madre.

L. Quando sembrano esserci più oppositori che sostenitori

T. Piena di grazia, fagli sentire il tuo amore di Madre.

Breve riflessione del SACERDOTE

Sac. In comunione con l’arcidiocesi di Campobasso-Bojano, preghiamo insieme con le parole che Gesù ci ha insegnato: Padre Nostro…

Sac. O Padre, che in Cristo tuo Figlio ci ha offerto il modello del vero Pastore che dà la vita per il suo gregge, fa’ che la nostra Chiesa ascolti sempre la tua voce e cresca per mezzo dello tuo Spirito in vera comunione e generoso servizio ai fratelli. Per Cristo nostro Signore.

T. Amen.

Benedizione finale

Sac: Dio onnipotente e misericordioso vi protegga e vi dia il dono della vera sapienza, apportatrice di salvezza.

T: Amen.

Sac: Vi illumini sempre con gli insegnamenti della fede e vi aiuti a perseverare nel bene.

T: Amen.

Sac: Vi mostri la via della verità e della pace e guidi i vostri passi nel cammino verso la vita eterna.

T: Amen.

Sac: E la benedizione di Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su voi e con voi rimanga sempre.

T: Amen.

Canto finale: MARIA TU PREGA