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Il Pianeta che speriamo

Ambiente, lavoro, futuro

#tutto è connesso

Il futuro che speriamo

per la

BASILICATA

Documento di indirizzo

Cammino preparatorio

della Basilicata

alla

49aSettimana Sociale dei Cattolici Italiani

Taranto 21-24 Ottobre 2021

Premessa: finalità e destinatari 3

La progettazione partecipata. 3

Gli ambiti di intervento e le sfide. 4

Le priorità di azione. 5

Priorità 1: La consapevolezza ambientale quale cura del Creato. 5

Priorità 2 La necessità di una nuova cultura del lavoro. 5

Priorità 3:Offerta formativa e politiche attive del lavoro. 6

Priorità 4: Agricoltura. 7

Priorità 5: Turismo. 7

Priorità 6: Ambiente. 7

Priorità 7: Politiche industriali e sostenibilità ambientale. 8

Conclusioni 8

Premessa: finalità e destinatari

Il presente Documento di indirizzo per la Basilicata è costituito dai risultati conseguiti dal cammino preparatorio alla 49^Settimana Sociale dei cattolici Italiani che la Delegazione Regionale della Pastorale Sociale della Basilicata, attraverso il Comitato Tecnico Scientifico- CTS, ha inteso realizzare in vista di Taranto 2021. Tale evento pone ai cattolici lucani la sfida di costruire una visione di futuro sostenibile alla nostra amata Basilicata. Per farlo non possiamo che tornare a coltivare il senso di una speranza, che, come dice con grande efficacia V. Havel, non è un impasto di buoni sentimenti, né tantomeno l’ottimistica presunzione che le cose possano andar bene da sole. E’ piuttosto la capacità fattiva di pensare diversamente la realtà, diventando così capaci di trasformarla. Come Chiese lucane, ci sentiamo chiamati a discernere i segni di questo tempo pandemicoper decifrarne i valori ed i disvalori, percostruire una visione di Basilicata capace di orientare, di indicare la direzione di marcia, di spingere al cambiamento.Riconoscere la situazione che stiamo vivendo e chiarire i riferimenti con cui interpretarla ci consentono di identificare gli ambiti in cui giocare l’impegno per avviare processi di confronto dialettico, alleanze e cooperazione con le istituzioni politiche a tutti i livelli chiamate in questa difficile fase storica a definire priorità di azione, linee strategiche per uno sviluppo sostenibile ed integrale nella nostra regione. Si ha, infatti, la responsabilità di guardare al futuro ricordando che dalle scelte di oggi dipende quello che crescerà domani.

La progettazione partecipata

La 49° settimana sociale intende dare un contributo per sostenere e orientare la formazione di un nuovo modello di sviluppo ispirato alla sostenibilità integrale per attuare una resilienza trasformativa e accompagnare la transizione ecologica, auspicata da papa Francesco. In base alle indicazioni contenute nei Lineamenta e nell’Instrumentum Laboris, è stato sviluppato un modello di progettazione partecipata per sostenere le fasi di preparazione, realizzazione ed il post Settimana Sociale. Tale modello basato su di un approccio scientifico ha previsto la realizzazione di cinque fasi metodologiche: ricerca bibliografica, ascolto delle persone, individuazione delle buone pratiche, implementazione di visioni di futuro, sintesi di proposte concrete. Il cammino preparatorio per la Basilicata è stato implementato dal CTS, chiamato ad essere parte anche di quello per il Sud Italia, lavorando in rete con le altre delegazioni regionali della Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

E’ stata analizzata la letteratura esistente inerente alla situazione socio-economico-ambientale della Basilicata, con in parallelo uno studio approfondito dei documenti di programmazione e bilancio della Regione Basilicata, ed è statacondotta un’indagine territoriale attraverso la somministrazione di questionari conoscitiviai principali portatori di interesse (istituzioni politiche, associazioni datoriali, sindacali, enti di ricerca, ufficio scolastico regionale, ARPAB, parrocchie, imprenditori, ecc.).

Attraverso il coinvolgimento diretto di Confindustria e di Camera di CommercioBasilicata è stato somministrato un questionario finalizzato all’individuazione delle Buone Pratiche Imprenditoriali in base alla metodologia sviluppata da NextEconomia (https://www.nexteconomia.org/), con la messa a punto di indicatori che attengono ad alcuni obiettivi di sviluppo dell’Agenda ONU 2030, ai domini BES dell’Istat nonché ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa.

Nel contempo, al fine di contribuire all’implementazione di un modello di sviluppo rispondente alle visioni di futuro, ai sogni ed ai desiderata dei giovani, che ne saranno i protagonisti, sono stati somministrati dei questionari online sia agli studenti di alcune scuole superiori sia con il coinvolgimento attivo degli animatori di comunità del Progetto Policoro.

Tali fasi finalizzate alla diagnosi strategica orientata al sistema territoriale della Basilicata ci hanno consentitodi raccogliere e confrontare elementi conoscitivi (nodi da sciogliere e sfide del futuro per uno sviluppo sostenibile) detenuti dai diversi gruppi di attori locali che operano nell’ambito di questo sistema.

Il passo successivo è stato volto alla condivisione di informazioni, percezioni, esigenze, visioni, e, più in generale, conoscenze implicite ed esplicite per farle diventare “patrimonio comune” di tale progettazione partecipativa. Quest’ultima si è concretizzata attraverso un percorso che dall’ascolto ed animazione del territorio ha portato alla realizzazione di Focus Group-FG tematici che hanno avuto quale output dei DiscussionPaper, gli atti delle interviste di gruppo ai principali portatori di interesse per i diversi ambiti di azione individuati, descritti nel paragrafo seguente, che attraverso un “allineamento delle visioni” ha individuato delle possibili priorità di intervento.

Gli ambiti di intervento e le sfide

Un’ecologia integrale richiede di dedicare un po’ di tempo per recuperare la serena armonia con il Creato, per riflettere sul nostro stile di vita e i nostri ideali, per contemplare il Creatore, che vive tra di noi in ciò che ci circonda e la cui presenza “non deve essere costruita, ma scoperta e svelata” (Laudato sì, 225)

La conversione ecologica auspicata da papa Francesco implica tre livelli di azione:

1.SPIRITUALE;

2. PERSONALE (STILI DI VITA);

3. SOCIALE (POLITICHE PUBBLICHE E DIALOGO ISTITUZIONALE).

Per quanto attiene agli ultimi due punti, alla luce delle varie fasi metodologiche implementate, è stato possibile individuare i seguenti ambiti di azione:

  • Infrastrutture;
  • Formazione
    • la consapevolezza ambientale quale cura del Creato;
    • la necessità di una nuova cultura del lavoro;
    • offerta formativa/percorsi formativi
  • Agricoltura;
  • Turismo;
  • Ambiente;
  • Politiche Industriali e sostenibilità ambientale.

E’ un dato incontrovertibile, e tutte le fonti e gli intervistati lo annoverano come tale, che la Basilicata necessita di significativi investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali, conditio sine qua non perde ogni fondamento qualsiasi ipotesi di scenario di sviluppo sostenibile.

E’ altresì vero che qualsiasi ipotesi di scenario potrà garantire un reale sviluppo al popolo lucano se e solo se si potrà contare sullo sviluppo “di ogni uomo e di tutto l’uomo” (PopulorumProgressio, 14), ossia su uomini e donne adeguatamente formati. A ciò prioritariamente concorrono una nuova consapevolezza ambientale quale cura del Creato, una nuova cultura del lavoro e percorsi formativi mirati all’inserimento lavorativo.

Le priorità di azione

 

Priorità 1: La consapevolezza ambientale quale cura del Creato

La Laudato sì di papa Francesco, ci ricorda che siamo chiamati ad una vera e propria conversione ecologica affinché dalla riscoperta della relazione di Dio come Padre Creatore, ciascuno di noi possa imparare a contemplare le meraviglie del Creato, provandone stupore, ad averne compassione e a trasformare questo amore in cura, difesa della nostra casa comune.

Lo studio e la divulgazione della Laudato sì concorreranno ad una corretta educazione ambientale, che va sempre più allargando i suoi obiettivi, per creare una vera e propria “cittadinanza ecologica”: non ci si deve limitare alla mera informazione, bisogna far maturare delle abitudini ecologiche (coprirsi un pò di più anziché accendere il riscaldamento, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, condividere un medesimo veicolo tra varie persone, spegnere luci inutili, e così via). Oltre a tutto questo, deve esistere una giustizia tra le generazioni, perché non possiamo parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietà fra le generazioni: “L’ambiente si situa nella logica del ricevere. È un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva”. (Laudato sì 159)

Saranno opportunamente realizzate iniziative volte alla divulgazione del Cammino Laudato sì che da Castelluccio Inferiore porta a Lauria (20,5 km)!

Priorità 2 La necessità di una nuova cultura del lavoro

Occorre formare ad un nuovo “umanesimo del lavoro”, dove l’uomo e non il profitto sia al centro; dove l’economia serva l’uomo e non si serva dell’uomo. Ciò si traduce nella necessità di una catechesi sociale maggiormente strutturata e corposa. La formazione continua ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa risulta in tal senso elemento irrinunciabile su cui spendersi. L’Ufficio di PSL di concerto con gli altri attori della formazione regionali, sperimentando alleanze educative innovative, si prefigge di essere da sprone per le comunità cristiane chiamate ad educare alla concezione cristiana del lavoro, alle famiglie, che giocano un ruolo chiave nell’educazione alla laboriosità, alla scuola, che non può essere disgiunta dal mondo lavorativo. Ci si deve interrogare sul dove i nostri giovani vengano educati al lavoro, da parte di chi e quali siano gli esempi che la società propone. E’ necessario educare alla laboriosità sin da piccolissimi sperimentando nuove ed innovative metodologie e reinventando i luoghi di aggregazione (es. oratori). Urge nel contempo educare “a percorrere la strada luminosa e impegnativa, dell’onestà, fuggendo le scorciatoie dei favoritismi e delle raccomandazioni” [1]. Tutto questo impegno educativo deve essere finalizzato ad un radicale cambio di mentalità per la costruzione di una maggiore consapevolezza del valore della vita, del lavoro, a livello personale e sociale, e per la demolizione della cultura della corruzione e dell’illegalità. Negli ultimi anni, infatti, si è avuta una transizione epocale che ha visto il mondo del lavoro “investito da vasti e radicali cambiamenti culturali e strutturali, in contesti spesso privi di supporti legislativi, formativi e di assistenza sociale” [2]. L’umanità tutta e l’Italia, in particolare, necessita di testimoni autentici nel mondo del lavoro. Molte persone, anche cristiane, non hanno una corretta etica del lavoro sia per le modalità di accesso, spesso legate alle appartenenze più che alle competenze, sia per la disgiunzione fra diritti e doveri. Diritti e doveri sono indissolubilmente congiunti. Il Magistero sottolinea la contraddizione insita in un’affermazione dei diritti che non preveda una correlativa responsabilità: « Coloro pertanto che, mentre rivendicano i propri diritti, dimenticano o non mettono nel debito rilievo i rispettivi doveri, corrono il pericolo di costruire con una mano e distruggere con l’altra » [3]. Il lavoro si configura allora come un diritto ma anche un “obbligo morale in relazione al prossimo , che è in primo luogo la propria famiglia, ma anche la società, alla quale si appartiene, la Nazione, della quale si è figli o figlie, l’intera famiglia umana, di cui si è membri: siamo eredi del lavoro di generazioni e insieme artefici del futuro di tutti gli uomini che vivranno dopo di noi. [4].E’ indispensabile integrare il valore del lavoro in qualunque impostazione di ecologia integrale, capace cioè di integrare nelle sue diverse dimensioni il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda. Solo una corretta concezione del lavoro inteso in relazione con gli altri, del senso e della finalità dell’azione umana sulla realtà, insieme allo stupore contemplativo per le creature e per il creato, proprio di San Francesco d’Assisi, faranno di noi dei veri custodi responsabili.

Promuovere la cultura del lavoro dignitoso, libero, creativo, partecipativo e solidale è l’unica soluzione per la libertà, la dignità e la coesione sociale ossia per garantire un futuro alla nostra amata terra di Basilicata.

Priorità 3:Offerta formativa e politiche attive del lavoro

E’ necessario ed urgente aumentare il livello di corrispondenza tra formazione ed esigenze delle imprese; rispondere all’obsolescenza delle competenze; estendere i percorsi e le pratiche di alternanza scuola-lavoro e rafforzare il sistema duale; incrementare l’offerta formativa, anche terziaria, rilanciare gli ITS.

Pertanto una strategia efficace deve prevedere:

  1. la programmazione di un’adeguata offerta formativa partendo dal monitoraggio dei fabbisogni professionali e formativi e delle relative competenze, procedendo alla revisione ed aggiornamento del CUR – catalogo unico regionale dell’offerta formativa ad accesso individuale;
  2. promuovere l’orientamento, scolastico (a partire dalla scuola primaria e secondaria) e professionale realizzando percorsi su misura che valorizzino le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali;
  3. il potenziamento delle misure per la transizione istruzione, formazione, lavoro;
  4. lo sviluppo di un rapporto stabile con il sistema della domanda e con gli altri attori della transizione (Scuole, Università, ITS e CFP-IeFP, imprese);
  5. rafforzare la rete dei servizi formativi e per le politiche attive, attraverso il consolidamento della governance pubblico/privato.

Priorità 4: Agricoltura

  1. Promuovere processi di aggregazione tra le aziende in modo da consentire adeguate economie di scala (specialmente per la frutticoltura);
  2. Supporto allo sviluppo di settori come la “vitivinicoltura”puntando su produzioni localidi qualità;
  3. Promozione, attraverso l’allargamento delle superficie, della conversione al biologico delle colture cerealicole;
  4. Sviluppo delle aree interne e montane puntando su produzioni a “marchio” e sulla trasformazione in loco dei prodotti;
  5. Recupero e monitoraggio della qualità dei suoli specialmente nelle aree interne;
  6. Promozione della formazione di competenze adeguate nei conduttori di aziende;
  7. Recupero dei suoli inquinati;
  8. Cura dell’insufficienza di manodopera e inclusione sociale dei lavoratori stranieri;

Priorità 5: Turismo

  1. Necessità di visione di lungo periodo di tipo culturale
  2. Necessità di personale adeguatamente formato (formazione on the job)
  3. Investimenti infrastrutturali materiali ed immateriali
  4. Necessità di un Piano Strategico del Turismo in Basilicata
  5. Necessità di partenariati pubblico-privati
  6. Creazione di Hub culturali (Matera e costa ionica con collegamenti verso aree interne)
  7. Valorizzazione dei prodotti agro-alimentari ed enogastronomici

Priorità 6: Ambiente

  1. Bonifica dei siti contaminati (in particolare SIN)
  2. Ripensare ad un sistema di monitoraggio ambientale calibrato sulle peculiarità del territorio (es. per discariche e siti industriali)
  3. Necessità di monitorare l’erosione costiera
  4. Efficientarelagestione dei corpi idrici
  5. Necessità di una cabina di regia regionale con il coinvolgimento delle due Province per la gestione del PNRR ed in generale per una gestione coordinata degli Enti istituzionalmente competenti con reti permanenti di partenariato
  6. Necessità di adeguati strumenti di pianificazione (Paesaggistico, Coste, Acque, Rifiuti, Piano di Indirizzo Energetico Ambientale-PIEAR, Piani Strutturali Provinciali-PSP, ecc.) e governance territoriale (migliore gestione e riduzione del rischio)
  7. Necessità di un quadro conoscitivo puntuale delle principali pressioni antropiche e dello stato delle matrici ambientali
  8. Garantire corrette informazione, formazione e comunicazione ambientale per incrementare la partecipazione consapevole dei cittadini
  9. Potenziamento dell’ARPAB
  10. Potenziare le attività di trasferimento tecnologico alle imprese con il coinvolgimento attivo dei Centri di Ricerca (ad es. per le osservazioni della Terra)

Priorità 7: Politiche industriali e sostenibilità ambientale

  1. Contratti di sviluppo per attrarre investimenti in tutte le aree industriali (premialità per recupero strutture produttive dismesse)
  2. Piani di Sviluppo Industriali (premialità riduzione del consumo di risorse, riduzione degli sprechi)
  3. Piani di investimento (premialità autoproduzione da FER)
  4. Miglioramento, in ottica sostenibile ambientale dei servizi delle aree industriali puntando alla conversione delle stesse in Aree Ecologicamente Attrezzate (APEA)
  5. Potenziamento degli strumenti di ingegneria finanziaria per ridurre la difficoltà di accesso al credito (sostegno imprese esistenti,nuove iniziative imprenditoriali e imprese del Terzo Settore)
  6. Realizzazione di Istituti Tecnici Superiori-ITS e di strategie di formazione anche presso le aziende, frutto di progettazione partecipata fra istituzioni ed impresa con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder
  7. Necessità di snellimento delle procedure autorizzative
  8. Opportunità della creazione del profilo di dialogo fra ARPA Basilicata ed imprese
  9. Potenziamento di strumenti di pianificazione e di valutazione degli impatti da FER

 

Conclusioni

Nel presente Documento di indirizzo si è cercato di sintetizzare in termini di priorità strategiche, l’esito di un processo di discernimento comunitario lungo e difficoltoso, che con approccio scientifico ha visto professionalità e competenze transdisciplinari studiare e confrontarsi sul bene comune della Basilicata.Quella appena vissuta è stata un’esperienza di corresponsabilità, di partecipazione attiva e di rapporti umani fra attori sociali, spesso distanti tra loro, di assoluta rilevanza e significanza. Senza alcuna presunzione di esaustività, riteniamo che tale stile di progettazione partecipata possa rappresentare un modello replicabile per vivere responsabilmente un territorio da custodire e preservare anche per le generazioni future. Quali corpi intermedi, dunque ci proponiamo come strumenti politico-culturali in grado di operare come agenti del pluralismo, della democrazia e della solidarietà. Il nostro impegno è, e vuole essere, per il futuro anche post Settimana Sociale,finalizzato ad organizzare una Speranza, che si alimenta non di fumose fantasie ma di realizzazioni concrete nelle quali la fatica e l’impegno quotidiani sono riusciti nell’impegnativo compito di incarnare valori ed ideali.


[1]Papa Francesco a MCL: “Educare al lavoro e all’onestà”. Il dramma dei giovani disoccupati, 16/01/2016 disponibile su http://agensir.it/chiesa/2016/01/16/papa-francesco-a-mcl-educare-al-lavoro-e-allonesta-il-dramma-dei-giovani-disoccupati/

[2]Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n.314, Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Libreria Editrice Vatican, 2004

[3]Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n.323, Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Libreria Editrice Vatican, 2004

[4]Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa n.274, Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Libreria Editrice Vatican, 2004