L’annuncio del camerlengo Farrell da Casa Santa Marta
Dichiarazione del Card. Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
Il messaggio della Diocesi di Matera-Irsina per la morte di Papa Francesco
“Quando la speranza si spegne e sentiamo in noi la solitudine del cuore, la stanchezza interiore, il tormento del peccato, la paura di non farcela, torniamo ancora al gusto del pane. Tutti siamo peccatori: ognuno di noi porta i propri peccati. Ma, peccatori, torniamo al gusto dell’Eucaristia, al gusto del pane. Torniamo a Gesù, adoriamo Gesù, accogliamo Gesù. Perché Lui è l’unico che vince la morte e sempre rinnova la nostra vita”.
Sono le ultime parole dell’omelia di papa Francesco alla messa conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale di Matera.
Parole che per tutta la nostra chiesa possono essere un’eredità da accogliere.
Certi che la vittoria sulla morte trionferà ora anche nella vita del Santo Padre, per lui pregheremo e a lui ci affideremo con speranza per intercedere grazie e benedizioni su tutta la nostra comunità diocesana.
Don Angelo Gioia
Amministratore diocesano
Il Collegio dei Consultori
della Diocesi di Matera-Irsina
Matera, 21 aprile 2025
Messaggio in formato pdf
Riflessione di S.E.R. Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo
Ricordando Papa Francesco a Matera
Nel pieno clima dell’annuncio della Pasqua, oggi, Lunedì dell’Angelo, Papa Francesco è nato alla vita eterna. Pur vivendo nella fede e nella consapevolezza dell’annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, non possiamo non riconoscere che siamo rattristati e addolorati.
In questi anni di pontificato il suo magistero è stato illuminato da tutto ciò che faceva: gesti, attenzioni, vicinanza verso tutti. Un grande padre che non ha mai trascurato nessuno. Ogni cosa è stata vissuta pienamente e consapevolmente fino al termine della sua esistenza terrena, proprio nel giorno di Pasqua. Ha condiviso con l’umanità intera quell’ultimo atto della gioia pasquale attraverso la Benedizione Urbi et Orbi invocando la pace su tutta la terra. In quest’ultimo gesto è racchiuso tutto il suo ministero petrino: una benedizione di Dio per la Chiesa e il mondo intero.
Sicuramente ognuno di noi ha dei ricordi da raccontare o da ascoltare, ma in questo momento una preghiera corale di ringraziamento sale a Dio per averci dato un pastore come Papa Francesco, punto di riferimento per i cattolici, i cristiani e non, ma anche per quanti si professano atei. Ognuno riconosce con quanto amore, determinazione e attenzione si è reso vicino a questa nostra umanità, spesso disorientata, spaventata e rassegnata, annunciando che “la speranza (Gesù) non delude”. Innamorato di Cristo, della Madonna, della Chiesa, degli uomini, specialmente degli ultimi, degli “scartati”.
“Fratelli e sorelle, sogniamo. Sogniamo una Chiesa così: una Chiesa eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza. Una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane; ma che sa anche piegarsi con compassione e tenerezza dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti. Perché non c’è un vero culto eucaristico senza compassione per i tanti “Lazzaro” che anche oggi ci camminano accanto. Tanti!”. È un passaggio dell’omelia di Papa Francesco durante la S. Messa che concludeva il XXVII Congresso Eucaristico a Matera.
Mi pare di cogliere in questo brano una sintesi di tutto il suo magistero. L’attenzione a tutti, ad ogni uomo perché persona e non numero, piagato nel corpo e nello spirito. Una Chiesa eucaristica capace di celebrare l’Eucaristia ma soprattutto di vivere l’Eucaristia nella quotidianità, diversamente resterebbe ritualismo, soddisfazione di un precetto che non incide nella vita, nei rapporti con l’umanità.
Per Matera e la Basilicata sarà difficile dimenticare quel 25 settembre 2022! La presenza di Papa Francesco nella città dei Sassi ha illuminato ognuno e tutti di quella luce divina che ha penetrato in profondità il cuore della gente. Giorni che hanno visto la presenza delle delegazioni diocesane d’Italia, di centinaia di sacerdoti, di consacrate e di un centinaio tra vescovi e cardinali. Come dimenticare il suo sorriso distribuito a tutti, lo sguardo orante davanti all’immagine della Madonna della Bruna, la gioia di entrare nella mensa della fraternità “D. Giovanni Mele” e benedirla, il suo saluto finale a me personalmente che mi commosse e sorprese!
Papa Francesco ci ha mostrato fino all’ultimo momento di cercare e di stare accanto a tutti. È morto a conclusione della Pasqua, giorno dell’annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, su ogni tipo di morte. È un segno profetico che, leggendolo nell’ottica della fede, lo cogliamo come premio che Dio riserva a chi gli è particolarmente caro.
Nei diversi colloqui avuti con lui si è mostrato sempre padre, capace di ascoltare, condividere, dialogare, incoraggiare. Più volte mi ha detto: “Vai avanti così. Non fermarti”. Mi ha sempre impressionato che mi conosceva e si ricordava anche di piccoli particolari. Ricordo che un giorno a S. Marta, mentre ci servivamo per pranzare mi disse: “Mi saluti sua sorella Sara”. Rimasi senza parole e meravigliato che si ricordasse nonostante l’avesse vista solo una volta.
Invito tutti a ringraziare insieme a me il Signore perché ha dato alla Chiesa e all’umanità intera, attraverso Papa Francesco, un padre premuroso, un maestro di vita attento, un instancabile operatore di pace, un amante della vita, della terra, nostra casa comune, un Pontefice fedele al Vangelo e al magistero della Chiesa, dalla parresia profetica, con lo sguardo proteso lontano, laddove i miopi non sono in grado di vedere perché rinchiusi e prigionieri dei loro stessi schemi.
Papa Francesco, grazie di tutto. Riposa in pace. Amen.
+ Don Pino, Arcivescovo-Vescovo
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