Seleziona una pagina

22 dicembre – A servizio della Verità

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 18, 33.36-37

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?»… Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Nel pretorio si consuma il faccia a faccia tra Pilato e Gesù o quello che potremmo chiamare un incidente probatorio. Il primo è un servitore del potere umano che si piega alla logica del calcolo politico e il secondo dice di sé di essere testimone della Verità che s’inginocchia davanti agli uomini per amarli servendoli e dando loro la propria vita. Sulla croce Gesù viene consacrato Re, Sposo dell’umanità e Sommo Sacerdote. La regalità di Gesù è esercitata sul cuore dell’uomo nel quale è riversato lo Spirito Santo. Egli ci libera dal peccato e, unendo la nostra vita alla sua, ci mette in grado di compiere il comandamento dell’amore fraterno. La comunione con Cristo ci permette di far aderire sempre di più il nostro cuore al suo per appartenere al suo regno ed esercitare la carità fraterna. Partecipare alla regalità di Cristo significa essere testimoni della Verità, servi dei fratelli e custodi del creato. La regalità di Cristo si manifesta nella solarità del sorriso di chi accoglie e ascolta i fratelli, nell’amabilità con la quale si parla con gli altri, nella delicatezza con cui si curano le ferite degli infermi, nella semplice profondità con la quale si condivide la fede, nella gioia con cui si partecipa alla felicità altrui, nella compassione con la quale si piange con chi è nel lutto, nell’intimità spirituale che si crea quando due o più sono uniti in preghiera.

Signore Gesù, Sposo e Sacerdote, ti contempliamo sul trono della croce, nudo e povero di tutto ma ricco di misericordia. Tu, il testimone fedele della Verità, sei Re perché ci dai l’esempio di come vivere la Carità e come essere operatori di giustizia e di pace. In un mondo dominato dalla logica del calcolo utilitaristico e in cui vige la legge del più forte che s’impone sul più debole, ci chiami ad aderire alla tua proposta di vita e di entrare a far parte della tua comunità in cui i fratelli e le sorelle si servono vicendevolmente con animo lieto e generoso. Il tuo Spirito faccia del nostro cuore il trono da cui Dio possa regnare. Ci renda, ad immagine tua, un regno di sacerdoti che, con la fede annunciata e praticata, predicano il Vangelo, che con la gioia della carità servano gli ultimi tra gli uomini e con il coraggio della speranza coinvolgano tutti nella lotta per la giustizia sociale e la custodia del creato, la nostra casa comune.