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20 dicembre – A servizio del Padre

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,44-50

In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

La Parola di Gesù, luce di consolazione e speranza

Credere, sembra dire Gesù, significa lasciarsi raggiungere dalla luce che mostra una strada d’uscita dal groviglio delle contraddizioni e dei sentimenti che abbiamo nel cuore. Mi pare di ascoltare queste parole che Gesù pronuncia, accostandosi a noi delicatamente, con un tono di voce pacato, a voler rassicurare e invitare a non temere, a non lasciarsi trattenere dalla paura, dalla vergogna, dal senso di colpa o d’impotenza. Le parole di Gesù sono pure esigenti perché, essendo in gioco nientemeno che la vita, sono un appello accorato alla nostra responsabilità; per questo motivo suonano come un comandamento. Credere vuol dire permettere alla luce di Dio di farsi strada sempre di più dentro di noi affinché siano fugati i pensieri che ci tengono incatenati al rimorso o al risentimento. Gesù viene nel mondo come luce che traccia la via per uscire dalle tenebre e andare verso il Padre, non come bastone che colpisce per punire. Le parole di Gesù hanno il potere di raggiungere il cuore e di sanarlo perché non sono il frutto di un suo ragionamento astratto, ma esse portano con sé un significato bellissimo: l’amore del Padre verso i suoi figli. Il messaggio e il messaggero si identificano. Gesù, il figlio di Dio è la parola del Padre; accoglierla significa diventare anche noi figli suoi. 

Signore Gesù, amico dei poveri, vieni a portare la luce della speranza nel mio cuore perché sia cacciato ogni paura. Incontrare Te significa vedere sorgere il sole che dà senso e colore al vivere anche quando l’ombra del peccato si stende e sembra nascondere ai miei occhi la bellezza del tuo amore. Aiutami a scrollarmi di dosso i pensieri che mi intristiscono per sentire il calore del tuo abbraccio rassicurante. La tua parola m’incoraggia a ricominciare dopo ogni battuta d’arresto, a cercare sempre la luce, a desiderare di vedere il tuo volto nel quale contemplare quello del Padre. Consolato dalla tua luce, possa essere io stesso messaggero di speranza per i miei fratelli che sono nel dolore.