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Novena dell’Immacolata – Adoriamo l’Eucaristia con gli occhi di Maria – 7 dicembre

Dagli Atti degli Apostoli (1, 12-14.2, 1-13)

Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce».

Dal Calvario al Cenacolo. Maria, strettamente unita a suo Figlio Gesù nel Mistero Pasquale di morte e risurrezione, diviene l’albero maestro della barca della Chiesa formata dagli apostoli. Con la medesima fede con la quale stava in adorazione ai piedi della croce, ella rimane a Gerusalemme in mezzo alla comunità riunita nel cenacolo in attesa del dono dello Spirito Santo. Il cenacolo è il cuore della Chiesa, come l’Eucaristia è fonte e culmine della vita cristiana. Come il cuore è nascosto ma il suo impulso è indispensabile per l’attività visibile del corpo, nel medesimo modo la preghiera, e in particolar modo l’Eucaristia, rappresenta il centro propulsore della missione della Chiesa. Maria, stando in mezzo alla comunità riunita nel cenacolo, è l’immagine della Chiesa orante che diventa il cuore del mondo. La Chiesa ricorda sempre a sé stessa e al mondo di essere il corpo di Cristo. Il cuore, che muove tutte le membra e senza del quale tutto si fermerebbe, è la Carità, ovvero il cuore che ama. Maria, che ha già ricevuto lo Spirito Santo, è nella Chiesa colei che anima la preghiera perché essa sia concorde e perseverante. La Chiesa riunita nella celebrazione dell’Eucaristia trova in Maria, orante insieme agli apostoli, il modello a cui ispirarsi per invocare il dono dello Spirito Santo per accoglierLo in modo da essere un solo corpo e un solo spirito ed essere missionari del Vangelo. La Chiesa ha bisogno dello Spirito Santo per pregare ma ha anche bisogno di pregare per ricevere lo Spirito Santo. Si tratta di una circolarità che bene descrive il senso della comunione che unisce tra loro le Persone della Trinità di cui è resa partecipe alla Chiesa. Maria, dunque, stando in mezzo alla comunità orante ricorda che la preghiera è possibile solamente grazie all’impulso dello Spirito Santo perché è solo mediante Lui che tutti possono pregare narrando le grandi opere di Dio e ognuno può ascoltare e riconoscere l’unica voce di Dio nella propria lingua. Lo Spirito Santo ci fa pregare con il cuore, non solo con la bocca, esprimendo il desiderio della riconciliazione e della comunione. Questa è la preghiera che unisce i cuori in una sinfonia di voci per formare un’unica melodia. Solo la preghiera concorde, in cui viviamo la comunione fraterna, può diventare anche perseverante ovvero tenace e assidua nonostante le difficoltà. Tuttavia, siamo certi, come testimonia la Chiesa sin dalle origini, che l’Eucaristia è veramente sorgente di forza e coraggio per camminare nel mondo annunciare ad ogni uomo Gesù Cristo, la bellezza del Vangelo che salva.

Maria, Madrina del nostro battesimo nello Spirito, riuniscici attorno a te per implorare unanimi il dono del Paraclito. Quando stiamo insieme aiutaci a pregare dando voce, non allo spirito della competizione e della vanagloria, ma allo Spirito della mitezza e della carità. Sostieni la nostra preghiera nelle tribolazioni, consolaci e incoraggiaci a perseverare nel chiedere insistentemente, senza stancarci, il dono dello Spirito Santo. Insegnaci a pregare con il cuore affinché, liberi dalla paura che ci rinchiude tra gli steccati del nostro orgoglio, possiamo essere nel mondo fermento di speranza e lievito di comunione fraterna.