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Novena dell’Immacolata 2022

01 dicembre – Maria, fiduciosa e generosa ministra della provvidenza divina

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12, 41-44)

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: “In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.

Il valore del gesto offertoriale della povera vedova è dato da ciò a cui rinuncia rivelando la sua fede forte e robusta nella sua semplicità. Assumendo lo sguardo di Gesù le proporzioni s’invertono: i ricchi, pur dando tanto, hanno rinunciato a poco, mentre la povera vedova rinunciando a tutto, ha dato più di tutti. Gesù indica nell’obolo della vedova un grandissimo gesto di fede che è tale perché genera l’amore che non si misura sulla quantità delle cose che si fanno o si danno, ma su quanto si è disposti a rinunciare. La vedova ha preso dalla dispensa vuota le due monetine, sufficienti appena per un pezzo di pane. Con il gesto di offrire a Dio quello che è umanamente indispensabile, la donna afferma che Dio è il suo tutto. La fiducia nel Signore di questa povera vedova è massima, perciò, nella sua miseria offre a Lui tutto quello che ha per vivere. È certa che Dio provvidente e generoso le darà tutto quello che le serve per vivere. Per la vedova, al contrario dei ricchi che confidano nella ricchezza, il necessario è l’amore, perciò, investe tutto il suo capitale nel dono che fa di sé a Dio. Questa povera donna ha compreso che Dio è l’unico bene necessario per la sua vita, e dunque con il suo gesto silenzioso insegna la verità più grande: nella vita una cosa sola è necessaria, amare!

Maria, Madre nostra, hai offerto a Dio il fiore profumato della tua giovinezza, l’acqua fresca della tua sorgente, il frutto maturo della tua fatica, le lacrime del tuo dolore, i dubbi della tua ragione. Pur essendo la Madre di Dio non hai considerato tuo figlio un tesoro da custodire gelosamente ma lo hai offerto. Sull’altare della croce hai lasciato che la spada non solo aprisse il costato di Gesù ma anche il tuo cuore affinché tuo figlio diventasse primogenito dei risorti e tu fossi la primizia dei redenti. Aiutaci, Madre nostra cara, a credere nell’amore di Dio, a confidare nella sua provvidenza, a compiere la sua volontà. Quando la paura e la tristezza ci inducono a stringere i pugni e ad aggrapparci a sicurezze precarie e pericolanti, ricordaci che solo in Dio troviamo rifugio, Lui che è padre degli orfani e difensore delle vedove.