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Novena dell’Immacolata 2022

30 novembre – Maria, umile e coraggiosa ministra della riconciliazione e della pace

30 novembre – Maria, umile e coraggiosa ministra della riconciliazione e della pace.

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,24-30)

24Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. 26Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. 27Ed egli le rispondeva: “Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. 28Ma lei gli replicò: “Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. 29Allora le disse: “Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia”. 30Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

Le differenze possono essere un alibi per separare, dividere e allontanare o un’occasione che sfida ad armonizzare e a creare comunione. Il demonio inquina, rompe, spacca le relazioni. Questa madre vive il dramma della perdita della propria figliola e l’incapacità di instaurare con lei un dialogo sereno e un legame costruttivo. Il demonio erige muri d’incomunicabilità come carceri. La donna supplica Gesù perché l’aiuti a recuperare il rapporto con sua figlia liberandola dal potere del demonio. Il demone del giudizio, che scava gli abissi e allontana, agisce in modo tale che i familiari diventino estranei tra loro. Il giudizio porta ad estraniarci dagli altri. Questa donna, che parla una lingua diversa da quella di Gesù e viene da una terra straniera, ha la forza di parlare il linguaggio della speranza che non si arrende davanti alle difficoltà ma supplica il Signore di salvarla come madre e salvare la bambina come figlia. Ella è consapevole che, per il fatto di non appartenere al popolo d’Israele e di non vivere i precetti della Legge, non può considerarsi alla stregua dei figli che si nutrono col pane della Parola. Non pretende di sedere a mensa con i figli ma di essere sfamata come i cagnolini perché anch’essi hanno fame. Ciò che tutti accomuna è la fame. C’è chi ha fame di potere e chi invece quella della comunione. A volte possiamo considerarci figli ma, sazi di noi stessi, non apprezzare il pane che nutre e fa crescere. La donna insegna che la preghiera tanto più è umile e piena di speranza tanto più è efficace. Ciò che la madre chiede non si realizza mediante la parola di Gesù, ma grazie alla sua, la cui autorità viene dall’umiltà con cui si rivolge nella supplica.

Maria, Madre nostra, aiutaci a non arrenderci agli attacchi del demonio che lacerano il tessuto della famiglia rendendola più debole. Tu, pur essendo la madre di Gesù, non ti sei mai inorgoglita per questa grazia ma ti sei associata alla sua supplica per non cadere nella trappola della disperazione. Sostienici nella lotta contro il demone dell’orgoglio e del giudizio affinché la parola ispirata da Dio sia veramente di edificazione per tutti. Insegnaci l’arte del cucire le diverse sensibilità e del ricucire strappi antichi lì dove la lingua tagliente come spada affilata straccia le trame dei rapporti umani.