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18 dicembre – A servizio della Giustizia

Dal Vangelo secondo Matteo (10, 34-42)

34Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada.  35Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; 36 e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. 37Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; 38chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. 39Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. 40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.  41Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.

 Gesù mette in crisi perché vuole fare chiarezza. Egli non è venuto per realizzare i nostri ideali ma per compiere la volontà di Dio. C’è in realtà una falsa pace che genera vere e proprie guerre e sani conflitti da cui nasce l’autentica pace, che è la comunione. Essa riguarda le relazioni con Dio, con gli altri e con sé stessi. La fede in Cristo, affinché possa aiutare a farci maturare come persone e ad educarci ad amare veramente, deve necessariamente mettere in crisi schemi mentali basati sulla immaginazione piuttosto che sulla realtà. Separare significa distinguere tra l’io e il tu per far emergere più nitida dall’ombra dell’immaginazione l’identità dell’altro, sia nella sua dissomiglianza da sé sia nella somiglianza al volto di Dio.

Se, dimentico di me, lo cercherò con tutto il cuore, lo troverò, garantisce Gesù, nel profeta che mi porge la parola di Dio, anche se scomoda e dolorosa da accettare, lo riconoscerò nel giusto che mi dischiude, soprattutto attraverso la sua sofferta fedeltà, l’orizzonte dell’amore di Dio più ampio dei miei piccoli sogni o ancora l’incontrerò nell’anonimo e povero benefattore che, potendomi offrire solo un bicchiere d’acqua, mi farà sentire la vicinanza amichevole di Dio anche nel tempo dell’aridità.

Signore Gesù, la tua Parola come lama di luce, che si fa spazio tra le nubi delle mie alterne e cangianti emozioni, penetri nel profondo del mio cuore e faccia chiarezza nel groviglio dei dubbi e delle certezze. Il tuo Spirito rafforzi la mia fede perché nelle vicende della vita, soprattutto quelle che si discostano dai miei progetti, possa sempre riconoscere il sentiero della volontà di Dio, avere il coraggio di intraprenderlo e sentire il conforto della tua compagnia nel portare quotidianamente la mia croce insieme a Te e ai miei fratelli.