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Signore quest’anno che si chiude ricordando come sempre san Silvestro,

si chiude all’insegna della nascita alla vita eterna

del Papa emerito, Benedetto XVI!

 

Ti ringraziamo, Signore, per questo pastore dal cuore immenso

per il quale da sempre “il Natale è la risposta di Dio

al dramma dell’umanità in cerca di pace”.

 

Umile lavoratore nella tua vigna, Signore, ci ha insegnato che:

“Senza verità, la carità scivola nel sentimentalismo”

e l’amore si trasforma in un guscio vuoto

che ognuno riempie arbitrariamente.

 

Dono immenso e inestinguibile,

alla Chiesa e all’umanità intera

la bellezza, la dolcezza e la fecondità di un pastore

capace di parlare della profondità dell’amore

oltre le “emozioni e opinioni contingenti dei soggetti,

una parola abusata e distorta,

fino a significare il contrario”.

 

Ti benediciamo, Signore, al termine di quest’anno,

insieme a Benedetto XVI,

che si “trova di fronte a te, giudice ultimo della vita”,

amico e fratello che hai già patito tu stesso le sue insufficienze”.

 

E ancora: “Dove Dio scompare,

scompare anche la dignità assoluta della vita umana”.

 

Ti affidiamo la sua preziosa anima che ha sperimentato

fino alla fine dei suoi giorni terreni

“amicizia con te, il giudice della sua vita

e gli hai consentito di attraversare con fiducia la porta oscura della morte”

venerandoti incessantemente

ci ha addestrati alla speranza

 “tu, Dio, guidi la Chiesa, la sorreggi sempre

e anche soprattutto nei momenti difficili”

perché “la Chiesa è viva, è un noi”

una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo,

che ci unisce tutti ad un corpo solo.

 

Signore, grazie per Benedetto XVI,

esempio di grande maestro e umile pastore,

che sa mettersi da parte,

senza “abbandonare la Croce,

ma restando in modo nuovo presso il Signore crocifisso,

nel servizio della preghiera,

rimanendo nel recinto di S. Pietro”.

 

È tramite lui che ci “hai donato

tanti giorni di sole e di brezza leggera,

giorni in cui la pesca è stata abbondante;

vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate

e il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa,

e tu, Signore, sembravi dormire.

Lui ha sempre saputo che in quella barca ci sei sempre

e ha sempre saputo che la barca della Chiesa non era sua,

non è nostra, ma è tua”.

 

Infine, Signore Dio, ti preghiamo per noi:

la sua lezione di vita donata, offerta e consumata

fino all’ultimo istante del suo pellegrinaggio terreno,

ci sia da esempio e ci aiuti a spogliarci dall’ipocrisia di una fede senza di te

per rivestirci della tua grazia

e ridare anima alla nostra vocazione di cristiani.

Così sia.

✠ Don Pino