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Come è possibile? Il mondo è stato fatto per mezzo del Verbo, eppure non lo riconosce. Il Verbo viene tra i suoi, ma i suoi non lo accolgono. Questo paradosso attraversa tutto il vangelo di Giovanni: la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre oppongono resistenza. Perché accade questo? Cosa rende l’uomo così refrattario alla luce che viene a salvarlo?

Anche quest’anno, a scuola, dal Natale,  è stato  fatto sparire Gesù Bambino.

C’è spazio per tutto e per tutti, ma non per Lui.

Feste, filastrocche, canti, piccoli spettacoli teatrali, non una sola volta, nemmeno citato.

Di Gesù, nessuna traccia.

Spazio per Elfi, Babbo Natale, slitta, renne, doni, addobbi, luci, ma per Lui che sta per nascere,  “Non c’è posto!”

Esattamente come duemila anni fa.

Il Natale non è più l’attesa di Gesù, ma l’attesa dei doni.

Maria e Giuseppe, dopo un viaggio lungo e faticoso per andare a Betlemme, a dorso di asino, per registrarsi per il censimento voluto e ordinato dall’imperatore Cesare Augusto, arrivati, non trovano alloggio, “non trovano posto!”

Partirono per effettuare una iscrizione anagrafica: ho pensato ai livelli di assenteismo registrati paurosamente nei giorni scorsi, al voto, nell’ultima competizione elettorale.

Partono incuranti dei disagi. Maria è in cinta, al nono mese. Il bimbo sta per nascere, ma nelle locande, per loro, “non c’è posto!”

Giuseppe cerca un posto nelle immediate campagne. Trova: una grotta, una stalla, una mangiatoia, un bue e un asinello per riscaldarsi.

Qui nasce Gesù. Leggi tutto